Perché è necessario prevenire oggi che curare domani
Con il termine prevenzione si intende l’insieme di azioni finalizzate ad eliminare o a ridurre al minimo il verificarsi di situazioni dannose o comunque pericolose sia per le persone, che per gli animali che per le cose.
In ambito sanitario, con il termine prevenzione, si intende un insieme di attività, azioni ed interventi, attuati con il fine prioritario di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie, l’insieme delle azioni volte al mantenimento e al miglioramento dello stato di salute e che consentono il ritardo dell’insorgere di determinate patologie.
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L’esercizio fisico come mezzo di tutela della salute
Innumerevoli e recenti studi hanno dimostrato quanto l’esercizio fisico sia importante per il benessere del corpo e della mente, tant’è che è stato inserito come attività preventiva nel più ampio contesto sanitario di “tutela della salute”.
In Italia l’inattività fisica è responsabile del 14,6% di tutte le morti e di una spesa in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi annui (Fonte: campagna di comunicazione 2017 del Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Coni “Salute, Sport e movimento fisico”).
Anche la “Carta di Ottawa” (sottoscritta dagli Stati appartenenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità) sottolinea l’importanza del movimento e della promozione della salute per la quale si intende “il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute”.
I livelli di prevenzione
In relazione al diverso tipo e alle finalità perseguibili, si distinguono tre livelli di prevenzione: primaria, secondaria e terziaria:
Prevenzione Primaria: quell’insieme di attività che evitano o contrastano l’insorgere di patologie (ad esempio: svolgere una sana e regolare attività fisica);
Prevenzione Secondaria: legata alla diagnosi precoce di una patologia nascente
(cominciare a praticare attività fisica e ad avere un corretto regime alimentare a seguito di un eccessivo peso corporeo);
Prevenzione Terziaria: cura e riduce i “danni” prodotti da una patologia, limitando le complicazioni (praticare attività fisica come terapia “riabilitativa” e preventiva contro eventuali recidive).
I meriti dell’esercizio fisico
I meriti attribuiti al movimento che lo hanno reso partecipe a livello preventivo sono:
Livello cardiovascolare (aiuta a prevenire patologie cardiovascolari, quali l’ipertensione arteriosa, l’ictus, le malattie coronariche e cardiomiopatie);
Livello muscoloscheletrico (migliora la forza, il trofismo muscolare e la flessibilità. Migliora la coordinazione e l’equilibrio riducendo il rischio di cadute, ritarda l’insorgenza dell’osteoporosi e ne rallenta l’avanzamento);
Livello del metabolismo (aumenta la massa muscolare riducendo, se abbinata ad una corretta alimentazione, le riserve adipose. Previene malattie metaboliche come il diabete mellito e la sindrome metabolica).
Secondo l’Institute for Health Metrics and Evaluation (2013), in Europa le malattie non trasmissibili, sono responsabili della stragrande maggioranza delle morti e della spesa sanitaria; tra queste, le malattie cardiovascolari costituiscono la principale causa di decessi, e sono responsabili di circa la metà di tutte le morti in Europa.
Relativamente all’ Europa, circa il 60% di queste malattie può essere attribuito a sette principali fattori di rischio: pressione alta (12,8%), fumo (12,3%), alcool (10,1%), livelli alti di colesterolo (8,7%), sovrappeso (7,8%), ridotta assunzione di frutta e verdura (4,4%) e scarsa attività fisica (3,5%).
Un altro aspetto importante è che i fattori di rischio spesso si sommano tra di loro.
La morte prematura e la disabilità rappresentano, inoltre, un costo economico per le famiglie e la società. Inoltre, le famiglie e la società devono sopportare i costi della salute (diretti e indiretti), la riduzione del reddito, l’uscita anticipata dal mercato del lavoro e la crescente dipendenza dal sistema di sicurezza sociale.
L’Italia e la spesa sanitaria
L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) stima che nei paesi membri appena il 3% del totale della spesa sanitaria è devoluto alla prevenzione e a programmi di salute pubblica (in Italia meno dell’1% collocandola all’ultimo posto dietro a Turchia, Messico e Corea), mentre gran parte dell’esborso è dedicata alla cura della malattia.
I servizi sanitari sono spesso orientati a curare piuttosto che a prevenire, con gravi conseguenze anche in termini di diagnostica e di trattamento.
Tuttavia, nel caso delle malattie cardiovascolari è largamente documentato come la prevenzione sia riuscita a salvare molte più vite di qualsiasi terapia farmacologica o chirurgica, elementi questi che rimangono comunque fondamentali una volta che la malattia si sia manifestata: i ricercatori dello Stockholm Network (2006) hanno evidenziato come l’elemento chiave per la riduzione, nel caso preso da loro in esame delle cardiopatie, sia rappresentato dalla prevenzione sia primaria che secondaria.
Prevenire o curare?
Diffusa è l’idea che l’aspettativa di vita nei prossimi anni continui ad aumentare grazie soprattutto alle nuove cure mediche e alla drastica riduzione della mortalità infantile ma diversi studi hanno anche evidenziato come le generazioni più giovani stiano vivendo problemi di eccesso di peso, pressione alta e diabete peggiori di quelli affrontati dai loro coetanei di qualche anno fa, fattori che potrebbero compromettere la qualità della vita di molte persone.
E’, infatti, ormai accertato che le attuali abitudini alimentari abbiano creato non pochi problemi di salute alla popolazione, a causa dell’eccesso di grassi, zuccheri e sale nelle razioni di cibo che quotidianamente vengono assunti. A ciò si aggiunga la sedentarietà che porta il bilancio energetico in notevole surplus, con due terzi della popolazione in sovrappeso o obesa e con la plausibile aspettativa che nel 2050 la quantità di persone obese e sovrappeso possa arrivare al 90 per cento della popolazione.
Questo, ovviamente, si tradurrà in una maggiore incidenza di malattie, in una ridotta qualità della vita e, potenzialmente, in una riduzione dell’aspettativa di vita.
E’ necessario quindi essere consapevoli che l’esercizio fisico è “l’arma” più potente, economica e salutare che possediamo: perché non sfruttarla?