Le distorsioni di caviglia insieme alla lombalgia sono le patologie muscolo-scheletriche più comuni: in Italia si stimano circa 50.000 casi all’anno. Tuttavia, è molto difficile avere un’idea sia sulla frequenza che sulla quantità di distorsioni della caviglia, dal momento che molte di queste vengono trascurate o trattate in modo autonomo. Dati epidemiologici inerenti alla pratica sportiva portano le distorsioni di caviglia ad essere al primo posto con oltre il 20-40% del totale; in alcune discipline come il basket si arriva ad oltre il 50€.
La stabilità del piede
La stabilità di un’articolazione dipende sia da vincoli intrinseci, costruiti dalla configurazione ossea, sia dal contenimento attivo e passivo dei tessuti molli.
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L’articolazione tibio-tarsica è un punto su cui convergono notevoli sollecitazioni essendo lo snodo dinamico tra l’arto inferiore e il piede. In stazione eretta, con il piede a contatto con il suolo, la caviglia si trova in posizione neutra: è un’articolazione abbastanza stabile dal momento che la troclea anteriore dell’astragalo, che è più ampia, essendo stretta nel mortaio tibio-peroneale, non rende possibili movimenti laterali.
Durante il movimento, invece, nel mortaio tibio-peroneale viene a trovarsi la parte posteriore della troclea dell’astragalo che, essendo più stretta di quella anteriore, ha più spazio a disposizione e consente movimenti di lateralità.
La stabilità di un’articolazione dipende non solo dalle componenti ossee che la compongono e dall’apparato capsulare ma anche dall’unità muscolo-tendinea e dall’apparto legamentoso che garantiscono sostegno attivo e passivo all’articolazione.
I legamenti
Il complesso legamentoso laterale del piede è formato da tre componenti:
- Legamento peroneo-astragalico anteriore (PAA): è il legamento meno resistente; è rilasciato in posizione neutra e teso in flessione plantare (movimento in cui si porta il piede verso il suolo).
- Legamento peroneo-calcaneare (PC): stabilizza sia l’articolazione tibio-tarsica che la sotto-astragalica;
- Legamento peroneo-astragalico posteriore (PAP): è il più resistente; è rilasciato in posizione neutra e teso in dorsiflessione (movimento in cui si porta il piede verso l’alto).
Il meccanismo lesivo del complesso laterale è il trauma in supinazione (movimento di rotazione esterna del piede) o in flessione plantare e inversione; il PAA è il legamento coinvolto per primo, il PC per secondo mentre il PAP è coinvolto solo molto raramente.
L’apparato legamentoso mediale invece è composto dai legamenti deltoideo superficiale e profondo, i quali hanno il compito principale di opporsi alle sollecitazioni in pronazione (o eversione) e di rotazione esterna. Hanno una resistenza meccanica nettamente superiore a quella dei legamenti laterali e questo contribuisce a spiegare il minor numero di lesioni.
I meccanismi lesivi
Il complesso legamentoso laterale è la struttura maggiormente coinvolta nelle distorsioni di caviglia e i più comuni infortuni della caviglia comportano lo strappo isolati del Legamento PAA (80%), seguito dallo strappo combinato del Legamento PAA e del Legamento PC.
Il meccanismo traumatico più frequente è quello in inversione (circa l’85% dei casi) che deriva da una brusca presa di contatto del piede con il suolo mentre la caviglia è flessa plantarmente o supinata o quando il piede prende contatto lungo il bordo esterno con il suolo in modo inatteso e il peso del corpo si riversa bruscamente su di esso. Queste situazioni sono frequenti non solo nello sport (corsa su terreni irregolare, atterraggi da un salto in posizione sbilanciata o su un piede di un altro giocatore, ad esempio), ma anche nella vita di tutti i giorni (gradino del marciapiede, buca nel terreno ecc..).
Inoltre, le distorsioni possono essere causate sia da fattori intrinseci che estrinseci e tali fattori possono condizionare il percorso riabilitativo e di recupero e/o creare condizioni di disagio.
I fattori intrinseci ed estrinseci
Tra i fattori intrinseci più evidenti si ricorda:
- distorsioni ripetute: la presenza in anamnesi di precedenti episodi traumatici è spesso segnalata come fattore di rischio. Una precedente rottura può creare, specie se trascurata o non trattata al meglio, una situazione di lassità e di instabilità;
- fattori anatomici: la presenza di piede cavo-varo con un incremento dell’eversione ha mostrato una correlazione con l’aumentato rischio di subire una distorsione;
- Range of motion: ridotta flessibilità di caviglia sembrerebbe fortemente correlata con il rischio di subire una distorsione;
- Deficit di propriocezione;
- Deficit posturali;
- Deficit di forza muscolare.
Tra i fattori estrinseci sono maggiormente evidenziati:
- condizioni del campo da gioco (irregolarità, scivolosità);
- attrezzature sportive;
- cambi di direzioni improvvisi, caduta da salti ecc.
Oltre alle lesioni causate da traumi diretti, possono verificarsi anche lesioni da sovraccarico causate da microtraumi ripetuti che instaurano situazioni degenerative.
Le conseguenze
L’evento traumatico può portare, specie nella caviglia di un atleta, una patologia articolare suddivisa in due quadri:
- lassità: con lesioni capsulari, distensioni e possibili lacerazioni del compartimento legamentoso laterale e mediale che determinano un’escursione articolare oltre i limiti fisiologici;
- instabilità: cedimento articolare con possibile rottura più o meno totale dei legamenti.
Per questo motivo anche le lesioni minime, di modica entità, per quanto possano influenzare le prestazioni solo per un breve periodo di tempo, non vanno trascurate dal momento che eventi traumatici, anche se lievi ma ripetuti più volte nel tempo, possono indebolire tutte le strutture dell’articolazione favorendo un’instabilità che può portare ad un’insufficiente funzionalità del piede. Durante un evento traumatico si verifica una deafferentazione dovuta alla immobilizzazione della parte coinvolta e possibili errori di comunicazione delle informazioni; questi continui ritardi sia nella durata che nella risposta neuromuscolare provocano instabilità dinamica dell’articolazione con il rischio di ricorrenti distorsioni.
Nelle lesioni di grave entità in cui si presentano rotture parziali o compete dell’apparato capsulare e legamentoso sono invece necessari interventi di tipo conservativo o chirurgico e di validi protocolli riabilitativi del piede e di tutto l’arto inferiore con tempi di recupero più lunghi.