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ESERCIZIO FISICO E IPERTENSIONE

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Definizione ed epidemiologia

L’ipertensione arteriosa è una malattia caratterizzata dall’aumento stabile dei valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica al di sopra dei 140 mmHg e 90 mmHg, rispettivamente.

In base alle cause, l’ipertensione arteriosa può classificarsi come: essenziale, se le cause non sono identificabili (il 90% dei casi), e secondaria, se sono identificabili.

La prevalenza dell’ipertensione arteriosa nella popolazione globale è stimata intorno al 28-31% e, secondo gli studi epidemiologici, è destinata ad aumentare nei prossimi anni.

Tale fenomeno è attribuibile a:

  • aumento del numero di anziani;
  • aumento dell’obesità nei paesi industrializzati;
  • aumento dell’aspettativa di vita dei pazienti

L’ipertensione, inoltre, è il più frequente fattore di rischio cardiovascolare presente nei paesi industrializzati.

 

Come misurare la pressione nel modo corretto

Le procedure per una corretta misurazione della pressione arteriosa sono le seguenti:

  • il paziente deve rimanere seduto qualche minuto in un ambiente tranquillo e che abbia una temperatura normale prima di procedere alle misurazioni;
  • devono essere effettuate rilevazioni a distanza di almeno 1-2 minuti e vanno eseguite più misurazioni se le prime risultano essere diverse tra loro (> 5 mmHg);
  • bisogna usare misure di bracciali adeguate alle dimensioni del braccio del paziente; 4- è necessario posizionare il bracciale all’altezza del cuore;
  • il bracciale deve essere gonfiato 30 mmHg al di sopra della pressione sistolica;
  • si deve poi sgonfiare la cuffia alla velocità di 2-3 mmHg/sec (molto lentamente);
  • si usa la fase I e V dei toni di Korotkoff per identificare, rispettivamente, la pressione sistolica e diastolica.

anziano e ipertensione

 

Perché l’anziano è più soggetto a ipertensione?

Nell’anziano avvengono delle modificazioni strutturali dei vasi sanguinei, sia a livello microscopico che macroscopico, che comportano altrettante alterazioni funzionali. Infatti, le arterie dell’anziano sono più rigide, hanno una maggior stiffness (rigidità̀) che comporta inevitabilmente un aumento della pressione sistolica dovuta a una ridotta capacità di distendersi dell’aorta e dei grossi vasi. Questo avviene perché́ nel momento in cui il ventricolo si contrae e immette nell’aorta la gittata sistolica, la grossa quantità̀ di sangue spinta nel vaso arterioso viene accolta grazie alla capacità elastica, definendo la pressione arteriosa sistolica. La capacità delle arterie di accogliere il vortice di sangue si riduce con l’invecchiamento e questo causa un aumento della pressione arteriosa sistolica. Inoltre, nell’anziano si verifica anche un aumento delle resistenze periferiche delle arterie muscolari, che generano la patologia ipertensiva.

Queste modificazioni comportano dei cambiamenti, ad esempio della frequenza cardiaca (FC), anche quando il soggetto è sottoposto a uno sforzo fisico. Con l’esercizio dinamico vi è un aumento della frequenza cardiaca ma questo dipende dall’età, dalla posizione del corpo, dalla forma fisica, dal tipo di esercizio scelto, dalla presenza di cardiopatie, dall’uso di farmaci, dal volume plasmatico e da vari fattori ambientali. Quest’ultimi influenzano l’aumento della FC in rapporto all’esercizio fisico.

Infatti, all’aumentare dell’età si riduce la FC max che il cuore può sviluppare. Una formula che l’approssima è quella di Tanaka: 220-età (approssimazione fedele, ma non nei soggetti over 60).

 

Le nuove linee guida sull’attività fisica e l’ipertensione

Quando si parla di ipertensione le prime cose a cui pensiamo per migliorare la condizione sono una dieta sana ed equilibrata e l’attività fisica. È noto come l’effetto dell’attività fisica moderata, specialmente di tipo aerobico, sia da considerarsi una vera e propria medicina per i soggetti ipertesi. Una meta-analisi pubblicata dal British Journal of Sport Medicine nel 2023 ha confermato quanto riportato sopra, ovvero che l’attività fisica di tipo aerobico, praticata con costanza e sotto la supervisione di personale esperto, porta una riduzione della pressione sistolica e diastolica a riposo. Ma gli studi condotti fin ora tenevano in considerazione pochi esercizi e si sentiva la necessità di approfondire le ricerche scientifiche. Nella meta-analisi sono stati introdotti esercizi di interval training (HIT), esercizi contro resistenza, esercizi aerobici, esercizi combinati e esercizi isometrici. I risultati di questa analisi prendono in esame più di 16.000 soggetti che si sono allenati due volte a settimana. Gli studi che sono stati inclusi in questa meta-analisi sono stati eseguiti tra il 1990 e il 2023. Contro ogni aspettativa, gli esercizi che alla lunga fanno diminuire la pressione arteriosa a riposo sono quelli isometrici, in particolare il wall squat, comunemente chiamato “sedia al muro”. Gli esercizi isometrici hanno portato alla diminuzione della pressione sistolica di – 8.24 mmHg e diastolica di – 4.00 mmHg, valori che si possono ricondurre a una terapia farmacologica. Tutti i soggetti che si sono prestati per i vari studi si allenavano almeno 2 volte a settimana con esercizi che, di seduta in seduta, incrementavano di intensità.

 

Conclusioni

In conclusione, l’ipertensione è una condizione che con l’aumentare dell’età può presentarsi ma che, con i giusti mezzi e alcune accortezze, può essere curata e controllata. Il modo più sano e senza contro indicazioni è quello di integrare l’attività fisica controllata e costante. È importante sapere che durante un esercizio di tipo isometrico la pressione arteriosa aumenta di molto e che, quindi, tutti gli esercizi vanno eseguiti seguendo delle tempistiche ben precise e dei tempi di recupero adeguati così che possano dare il beneficio sperato.

 

Passi di: Claudio Rugarli. “RUGARLI Medicina interna sistematica (Italian Edition)”. Apple Books. British Journal of Sport Medicine, “Exercise training and resting blood pressure: a large-scale pairwise and network meta-analysis of randomised controlled trials”.