Un breve excursus in letteratura sull’importanza dell’attività fisica nella terza età.
Cosa significa invecchiare
L’ invecchiamento fa parte della vita ed è associato ad un progressivo declino delle abilità fisiche e mentali (ACSM, 2014).
Con l’avanzare dell’età avvengono dei cambiamenti fisiologici e strutturali nell’organismo, come il deterioramento dei tessuti, dei sistemi organici e funzionali che comportano una riduzione delle capacità funzionali, il declino del volume e dell’intensità delle attività fisiche, che possono influenzare la vita quotidiana e la conservazione dell’indipendenza fisica negli anziani; aspetto molto importante per vivere la quotidianità anche in età avanzata.
L’importanza dell’attività e dell’esercizio nel mediare e mantenere una corretta idoneità fisica e mentale è già riconosciuta (ACSM, 2009); infatti, il mantenimento di uno stile di vita attivo è essenziale per una prolungata indipendenza e per un invecchiamento di successo, il quale descrive l’allontanamento di malattie e disabilità, un mantenimento delle funzioni fisiche e cognitive e l’impegno sostenuto in attività sociali e produttive (ACSM, 2014).
Invecchiare: bene o male?
Le malattie che si manifestano principalmente nei soggetti di età avanzata presentano alta prevalenza di condizioni degenerative muscoloscheletriche. Le patologie più frequenti sono: l’osteoporosi, l’artrite e la sarcopenia, ossia la perdita della massa e della forza muscolare causata dalla formazione di tessuto connettivo all’interno del muscolo.
Con l’invecchiamento si ha una diminuzione di forza muscolare e quindi un aumento di fragilità, ciò comporta una diminuzione della qualità della vita (Blümel, 2019).
Negli anziani che eseguono poca attività fisica, si possono inoltre trovare maggiori accumuli graduali del grasso corporeo nei depositi viscerali e centrali, che causano un maggior rischio relativo di sviluppare malattie croniche come quelle cardiovascolari, diabete di tipo due, obesità e alcuni tumori.
Indice dei contenuti
- 1 Un breve excursus in letteratura sull’importanza dell’attività fisica nella terza età.
- 2 Cosa significa invecchiare
- 3 Invecchiare: bene o male?
- 4 Attività fisica: essenziale per mantenere uno stile di vita sano e necessaria per la salute fisica e mentale.
- 5 Il cammino
- 6 I vantaggi nel camminare costantemente
- 7 Essere stabili o instabili
- 8 Doppio compito
- 9 Conclusioni
Attività fisica: essenziale per mantenere uno stile di vita sano e necessaria per la salute fisica e mentale.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’attività fisica limitata è il quarto fattore di rischio di morte prematura più comune al mondo. Lo sport regolare e l’attività ricreativa sono estremamente importanti per la salute dell’uomo. L’esercizio fisico è il metodo più efficace per prevenire e rallentare il processo di invecchiamento del corpo e, di conseguenza, le malattie più presenti negli anziani (ad es. osteoporosi, diabete, ipertensione).
Il programma di attività fisica regolare per gli anziani dovrebbe basarsi sull’allenamento funzionale che coinvolge l’intero corpo. I tipi di attività fisica più popolari per gli anziani sono quelli di minor intensità: la camminata, il giardinaggio, il golf e attività aerobiche di basso impatto, poiché attività fisicamente facili da sostenere.
L’ equilibrio, è sicuramente una della capacità motorie da tenere allenata con l’avanzare dell’età; infatti, gioca un ruolo molto importante nella prevenzione delle cadute che possono causare problemi alla salute.
I problemi di equilibrio e dell’andatura sono molto frequenti con l’avanzare dell’età. Tali disturbi sono particolarmente importanti negli anziani perché compromettono la loro indipendenza e contribuiscono al rischio di cadute. Sebbene siano considerate entità cliniche, separate, i due disturbi sono spesso intrecciati. Infatti, le cadute negli anziani sono un problema crescente che causa un alto grado di morbilità, mortalità e uso dei servizi sanitari. L’identificazione dei fattori di rischio attraverso la valutazione medica supporta la fornitura d’interventi adeguati che riducono i tassi di caduta.
Le strategie di valutazione e d’intervento sono generalmente impegnative a causa della natura complessa e multifattoriale delle cadute: il medico dovrebbe considerare lo screening per le cadute una parte importante della valutazione funzionale negli anziani.
Diversi potenziali interventi si sono dimostrati utili come alcune strategie preventive: gli approcci ottimali prevedono la collaborazione interdisciplinare nella valutazione e negli interventi, in particolare l’esercizio fisico, l’attenzione alle condizioni mediche coesistenti e la riduzione dei rischi ambientali (Cuevas-Trisan, 2017).
Il cammino
Il cammino è un’attività fisica a moderata intensità che un soggetto sano esegue ogni giorno.
Prima degli anni ‘90 si pensava che le attività vigorose fossero quelle più adatte ad aumentare lo stato di salute, ma nell’ultimo decennio il cammino e, più in generale, le attività ad intensità moderata iniziano a ricevere più attenzioni visti i loro benefici sulla salute e la loro semplice esecuzione.
Nel 1995, il Centers for Disease Control (CDC) e l’American College of Sports Medicine (ACSM) hanno pubblicato un articolo sull’attività fisica, nel quale dimostrano che si possono ottenere sostanziali benefici per la salute attraverso un’attività fisica giornaliera di moderata intensità di almeno trenta minuti, oppure in più allenamenti di durata minima di dieci minuti ciascuno. In questo studio, come attività di moderata intensità, è stato utilizzato il cammino ad una andatura sostenuta, tra i 4,8 e i 6,4 km/h per la maggior parte degli adulti. Gli autori, sottolineano che le sedute di allenamento devono svolgersi per almeno cinque volte alla settimana per poter avere effetti positivi sulla salute del soggetto (ACSM, 2014).
I vantaggi nel camminare costantemente
La camminata presenta numerosi vantaggi come: la riduzione alla probabilità di infortuni e al numero delle cadute, riducendo così le spese mediche (in particolar modo tra gli adulti più anziani dove la prevalenza di malattie croniche è elevata), favorisce il mantenimento dei muscoli degli arti inferiori, della circolazione sanguigna e della frequenza cardiaca. Inoltre, camminare, permette di diminuire l’inquinamento atmosferico, di migliorare l’integrazione sociale e di diminuire le malattie cardiache (Lee, 2014).
Esistono molti fattori di rischio associati alle cadute come farmaci, andatura instabile, alterazione dello stato mentale e rischi ambientali (Callis, 2016). Il rischio delle cadute può essere aumentato dall’assunzione di più farmaci, essi comportano un’aumentata incidenza di cadute dannose e ricorrenti (Caldara, 2014). Per questo motivo risulta molto importante mantenersi in allenamento. L’intensità dell’allenamento non deve essere per forza moderata per poter ottenere benefici, infatti il cammino può dare effetti positivi sia se svolto con passo moderato sia se svolto in modo vigoroso.
Essere stabili o instabili
L’instabilità del movimento è un importante fattore di rischio di caduta, in quanto, nei pazienti geriatrici, la passeggiata è una delle più frequenti attività dinamiche della vita quotidiana. È importante individuare soggetti con un andamento instabile per consentire alle strategie preventive di diventare efficaci. Recentemente, infatti, sono stati eseguiti studi che utilizzano test di prestazione motoria, questionari, e test biomeccanici, per definire uno screening efficace e per identificare strumenti e scale per la prevenzione del rischio di cadute negli anziani, segnalando differenti tassi di successo per prevedere i futuri incidenti.
Per quantificare l’instabilità del cammino vengono utilizzati principalmente due parametri: la velocità e la variabilità. Con variabilità del passo si intende una differenza di tempo o lunghezza di un passo rispetto al successivo (Bridenbaugh, 2015).
Alcuni studi mettono in relazione l’equilibrio durante il ciclo del cammino e l’andatura del passo come margine di stabilità; è stato rilevato che il momento dell’appoggio del tallone sinistro è l’istante più instabile della camminata e quindi del controllo della stabilità dell’andatura (Ohtsu, 2019).
Doppio compito
Nella vita quotidiana la maggior parte delle attività richiedono una performance che comprende due o più compiti da eseguire contemporaneamente (doppio compito).
La concorrenza che si crea tra i due compiti determina una riduzione di almeno una delle due performance (Beurskens, 2012), sarà quindi il cervello a decidere a quale dei due compiti dare la priorità (Amboni, 2013).
Solitamente i soggetti anziani si trovano in difficoltà in tali situazioni; quindi, il paradigma del doppio compito è stato preso in considerazione per valutare la stabilità del cammino in soggetti anziani, che solitamente tendono a privilegiare il compito motorio rispetto a quello cognitivo. Questo accade soprattutto durante compiti motori come il cammino che prevedono la stazione eretta; ciò può essere un fattore di prevenzione e protezione per le cadute (Bridenbaugh, 2015). Inoltre, spesso si rilevano velocità del cammino più lente rispetto a quelle normali ed una perdita della regolarità del cammino con successivo aumento della variabilità del passo (Hausdorff, 2001; Plotnik, 2011; Hall, 2011).
L’instabilità nell’anziano può compromettere le normali attività quotidiane, che molto spesso coinvolgono situazioni di doppio compito; influenzando quindi negativamente la qualità della vita, predisponendo a una maggior sedentarietà e una minor autosufficienza.
Conclusioni
L’esercizio fisico regolare ed il cammino sono considerate attività idonee e soprattutto consigliate per la salute e l’efficienza degli anziani; è necessario incentivare stili di vita sani per permettere all’anziano di invecchiare nelle modalità migliori per garantire un’elevata qualità della vita.
L’attività fisica regolare come precedentemente spiegato è considerata uno dei fattori più importanti per lo stile di vita, per il mantenimento di una buona salute in età avanzata e per l’aumento dell’aspettativa di vita, componenti dell’invecchiamento di successo.