Intervista a Matteo Pinelli, fisioterapista specializzato nella Riabilitazione Respiratoria.
Da febbraio 2020 stiamo vivendo la più grande tragedia dalla Seconda Guerra Mondiale. Solo in Italia, ad oggi, le morti sono oltre ottantamila, ma nessuno parla dei feriti, ovvero di tutte quelle centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus.
I sintomi di Covid19 (nome della malattia, acronimo di Co=corona; Vi=virus; D=disease/malattia e 19 l’anno di identificazione del virus, da non confondere con SARS-CoV-2, il nome del virus) variano in base alla gravità della malattia: ci possono essere persone che non sviluppano sintomi (asintomatici), altri che invece possono presentare febbre, tosse secca, mal di gola, affaticamento, debolezza e dolori muscolari (decorso blando della malattia) e altri ancora che possono presentare sintomi ancora più gravi come polmoniti, insufficienza respiratoria, sepsi o setticemia (decorso grave) e che potenzialmente possono portare anche alla morte.
Indice dei contenuti
- 1 Intervista a Matteo Pinelli, fisioterapista specializzato nella Riabilitazione Respiratoria.
- 2 Dott. Pinelli, perché si pensa che la Riabilitazione Respiratoria possa aiutare le persone che hanno contratto la malattia COVID19?
- 3 Cosa si deve aspettare un paziente candidato per la fisioterapia respiratoria?
- 4 Ha parlato di limitazioni nell’attività della vita quotidiana. Ci può fare un esempio?
- 5 In che cosa consiste un programma di riabilitazione fisioterapica?
- 6 Ci fa un esempio delle tecniche che utilizzate per ripristinare un corretto respiro?
- 7 Al termine del percorso riabilitativo, il paziente dovrà continuare con altri percorsi o potrà considerarsi “guarito”?
- 8 Chi avesse bisogno di un intervento come il suo, a chi si può rivolgere?
- 9 Quanto tempo occorre per dichiararsi “guariti”?
- 10 Matteo Pinelli, fisioterapista OMPT
Le persone che contraggono la malattia con un decorso grave (polmoniti e insufficienza respiratoria) spesso necessitano di cure ospedaliere e di ossigeno: la malattia dura in genere dalle due alle quattro settimane e, fortunatamente, la maggior parte delle persone guarisce (anche se le morti a livello italiano e mondiale sono state ingenti). Tuttavia, è stato riportato che chi esce da un quadro clinico grave, ha difficoltà nella ripresa della normale vita quotidiana in quanto sintomi come stanchezza, affanno e debolezza possono perdurare nel tempo essendo strettamente legati all’infezione virale polmonare che ha colpito la persona e compromesso la normale capacità di diffusione che avviene a livello polmonare. La gestione ottimale e la ripresa della buona condizione di salute nella persona richiede un approccio di tipo olistico: una gestione farmacologica associata a una non farmacologia, quest’ultima comprende la fisioterapia respiratoria.
Dott. Pinelli, perché si pensa che la Riabilitazione Respiratoria possa aiutare le persone che hanno contratto la malattia COVID19?
Si ritiene che la riabilitazione polmonare possa giocare un ruolo importante nel recupero della qualità della vita, in quanto crediamo che, avvalendosi di interventi educativi sul sistema respiratorio attraverso l’esercizio fisico e l’ allenamento aerobico cardio-vascolare, il rinforzo muscolare di arti superiori e inferiori assieme a esercizi posturali, associato ad un supporto psicologico e sociale, essa possa ridurre il grado di dispnea (termine che indica una forma di respirazione difficoltosa, come l’affanno e la sensazione di non poter rifiatare) e aumentare l’autonomia, la self efficacy, la partecipazione sociale e, globalmente parlando, la qualità di vita in tale tipo di pazienti.
Cosa si deve aspettare un paziente candidato per la fisioterapia respiratoria?
Per prima cosa è necessario effettuare delle misurazioni preliminari sullo stato di salute del paziente che si andrà a trattare raccogliendo una serie di dati tra cui, il più importante quello della funzione polmonare. Successivamente verrà valutato il grado di dispnea nelle normali attività della vita quotidiana, l’attuale livello funzionale (capacità funzionale), eventuali limitazioni delle attività della vita quotidiana e lo stato di salute. Queste informazioni iniziali verranno raccolte per poi essere confrontate a termine del percorso fisioterapico.
Ha parlato di limitazioni nell’attività della vita quotidiana. Ci può fare un esempio?
Pazienti che sono stati soggetti a Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS) hanno riscontrato problemi a livello respiratorio durante gli scambi gassosi polmonari che sono alla base del funzionamento del corpo umano. Il nostro corpo ha un apparato respiratorio che svolge una delle funzioni fondamentali dell’organismo umano: l’aria che è ricca di ossigeno entra nei polmoni nei quali sono presenti i bronchi, i bronchioli e gli alveoli che sono le strutture deputate allo scambio gassoso. L’aria cede l’ossigeno al sangue e il sangue cede l’anidride carbonica all’aria. Nei pazienti che hanno avuto una Sindrome da Distress Respiratorio Acuto si è verificato altre all’accumulo di liquido nei polmoni, una riduzione di ossigeno nel sangue. Ciò, può con il passare della malattia, lasciare nel paziente delle limitazioni che si ripercuotono poi sul benessere generale della persona in quanto normali attività come salire le scale, fare passeggiate, svolgere compiti di leggero sforzo fisico come il portare la spesa, possono essere compromessi e risultare particolarmente difficoltosi in quanto il nostro respiro non è più in grado di supportare tale sforzo. Bisogna riportare il corpo a lavorare nelle condizioni di pre-malattia.
In che cosa consiste un programma di riabilitazione fisioterapica?
Ogni sessione di riabilitazione respiratoria dovrà includere esercizio fisico, rinforzo arti superiori e inferiori, attività aerobica su cyclette o tapis roulant, correzione posturale, esercizi di respirazione ed educazione. I pazienti verranno fatti esercitare ad un’intensità di lavoro moderata per poi con il passare del tempo ad intensità più intense. E’ necessario monitorare la saturazione di ossigeno, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna prima, durante e alla fine del trattamento. La durata complessiva del singolo trattamento fisioterapico sarà di 45 minuti, eseguita a giorni alterni per un totale di 2/3 settimane.
Ci fa un esempio delle tecniche che utilizzate per ripristinare un corretto respiro?
Il ripristino di un respiro corretto si attua attraverso tecniche di reclutamento del muscolo diaframma, responsabile delle fasi di inspirazione ed espirazione in quanto il suo movimento e la sua elasticità permette al nostro corpo di incamerare ed espellere l’aria. Inoltre, è essenziale effettuare correzioni posturali che possono limitare il movimento del torace. La componente educativa consisterà anche nel sottolineare i benefici e l’importanza di un esercizio fisico quotidiano, tecniche di “risparmio energetico” per affrontare le attività della vita quotidiana e strategie di autogestione.
Al termine del percorso riabilitativo, il paziente dovrà continuare con altri percorsi o potrà considerarsi “guarito”?
La fisioterapia è essenziale per la ripresa della vita quotidiana ma anche al suo termine è necessario che il paziente continui a mantenere stili di vita sani e un’attività fisica quotidiana volta al recupero a pieno dell’attività respiratoria che non solo permetta lo svolgimento delle normali attività ma che consenta anche la ripresa dell’attività sportiva e/o sforzi fisici più impegnativi (ipotizziamo una passeggiata in montagna). Inoltre, è essenziale recuperare la forza e il tono muscolare che di sicuro dopo un periodo più o meno lungo di immobilizzazione a letto, sono diminuiti.
Chi avesse bisogno di un intervento come il suo, a chi si può rivolgere?
Ci si può rivolgere a fisioterapisti meglio se specializzati nella riabilitazione respiratoria in quanto il lavoro che deve essere compiuto richiede delle conoscenze specifiche di fisiologia umana necessarie a conoscere e interpretare i parametri di saturazione e frequenza d’ossigeno che, specie in una prima fase, devono essere tenuti costantemente sotto controllo.
Quanto tempo occorre per dichiararsi “guariti”?
Questa è una domanda a cui faccio molta fatica a rispondere, in quanto i tempi di recupero dipendono da tantissime varianti: la condizione di salute iniziale del soggetto, l’età, la gravità dello stato della malattia. Tuttavia, l’obiettivo che si deve avere è quello di poter ritornare allo svolgimento di tutta la routine della vita quotidiana e degli hobby senza sentirsi affaticati inutilmente. E’ importante perciò che dopo questa prima fase si continui con stili di vita sani e attivi e con l’attività fisica.
Matteo Pinelli, fisioterapista OMPT
Laureato in fisioterapia nel 2010, successivamente conseguito titolo OMPT (allora OMT) avendo frequentato il master universitario di I° livello In Riabiitazione dei disordini muscolo-scheletrici.Da allora ho approfondito concetti di terapia manuale frequentando corsi con docenti internazionali ed ottenendo i Certificate COMT e COSPT (Certificate of Orhtopedic Manipulatie Therapist e Sport Physical Therapist).
Nel mio percorso mi sono interessato anche di problemi legati al mal di testa (metodo Watson), disturbi da Vertigine Posizionale e ATM.
Lavoro a tempo pieno in Meditel dal 2011.
Quest’anno, per via della pandemia e dei problemi ad essa collegati, abbiamo iniziato insieme al Dott. Patessio (pneumologo) un percorso di riabilitazione pneumologica-cardiovascolare con l’intento di aiutare i pazienti nel recuperare la propria autonomia nelle attività della vita quotidiana.