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CENNI DI PRIMO SOCCORSO: COME GESTIRE UN’EMERGENZA SANITARIA

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Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di ospitare i volontari della Croce Rossa della Sezione di Saronno che hanno spiegato quali comportamenti attuare nel malaugurato caso potessimo un giorno trovarci di fronte ad un’emergenza sanitaria dove il nostro contributo, seppur esiguo, può fare la differenza per qualcuno.

Di seguito riportiamo alcuni importanti punti evidenziati durante la serata:

chiamata di emergenza

In caso di emergenza, chi devo chiamare?

Per prima cosa è necessario chiamare i numeri di emergenza. In alcune Regioni italiane è attivo il 112, ovvero il numero unico di emergenza per richiedere l’intervento di un’ambulanza, dei vigili del fuoco o della polizia; sarà poi l’operatore in seguito ad un breve colloquio a indirizzare la chiamata all’organo di competenza. In altre regioni è invece presente il 118, ovvero il numero che ci permette di contattare esclusivamente i soccorsi sanitari.

La chiamata oltre ad essere registrata, può anche essere geolocalizzata, consentendo di identificare dove si trova la persona che effettua la chiamata se in quel momento non sa dire dove si trova e non riesce a dare indicazioni in merito.

Quali indicazioni devono essere fornite?

E’ importante rispondere con calma alle domande dell’operatore il quale condurrà la telefonata chiedendo per prima cosa di identificarsi e poi chiederà di indicare il luogo dell’accaduto, il numero delle persone coinvolte e di spiegare che cosa è successo (se c’è un malore o un incidente ad esempio).

 

In pratica mentre si aspettano i soccorsi, cosa si può fare?

E’ necessario prima di intervenire, in qualunque situazione, valutare la presenza di eventuali pericoli per noi e per gli infortunati. La messa in sicurezza del luogo è necessaria per poter operare. Qualora invece non fosse possibile allontanare gli infortunati dal luogo perché valutato troppo pericoloso è necessario doversi limitare a chiamare i soccorsi e attenderne l’arrivo, ma non intervenire.  Questa indicazione è di estrema importanza perché rischiare di farsi male nel tentativo di aiutare comporta di fatto non essere più un aiuto ma aumentare il lavoro degli operatori che dovranno intervenire per aiutare non solo l’infortunato ma anche noi.

Se la situazione invece lo permette, possiamo avvicinarsi alla persona e verificare lo stato di coscienza. E’ sufficiente chiamare a voce alta, scuotere delicatamente, pizzicare per vedere di provocare una risposta alla persona che in quel momento si trova in difficoltà.

Se la persona risponde si parla di stato di coscienza e quindi anche all’operatore al telefono si dirà che la persona parla, se risponde in modo confuso o no alle domande che gli vengono poste.

Se la persona invece non risponde a nessun stimolo che gli viene posto allora si parla di stato di incoscienza.

messa in sicurezza

Se una persona è in stato di incoscienza cosa si può fare?

In questo caso è necessario verificare se la persona respira. Il respiro è una funzione vitale ed ha la precedenza su tutto. Se la persona non è cosciente ma respira autonomamente è bene verificare che in bocca non ci siano oggetti che possono con il passare del tempo ostruire il passaggio dell’aria (ad esempio dentiere, gomme da masticare…) e quindi provocare un soffocamento; anche la lingua può essere un ostacolo all’entrata dell’aria ed è per questo motivo che è bene provvedere a mettere la persona in posizione di sicurezza.

posizione di sicurezza

La posizione di sicurezza è una tecnica usata in primo soccorso quando la persona è incosciente ma respira autonomamente ed è presente il battito cardiaco.

Se immaginiamo un corpo in posizione supina, ovvero a pancia in sù, bisogna posizionarsi accanto ad esso ed effettuare le seguenti mosse:

  • Piegare ad angolo retto (circa 90°) il braccio del lato vicino a dove siamo posizionati con il palmo della mano rivolto verso l’alto ad altezza della testa;
  • Poggiate l’altro braccio sopra il torace portando il dorso della mano all’altezza della guancia;
  • Piegare il ginocchio del lato distante a quello in cui ci troviamo e tiriamolo verso di noi in modo che il ginocchio sia un punto fisso e non faccia scivolare il corpo in avanti;
  • Nello stesso tempo tenere la mano vicino alla guancia per stabilizzare testa e reclinare la testa all’indietro.
  • Se possibile coprire la persona e rimanere accanto fino all’arrivo dei soccorsi e controllare che la respirazione sia sempre presente.

massaggio cardiaco

E se la persona non respira?

In questo caso sarà necessario intervenire con il massaggio cardiaco. E’ bene ricordare di chiedere sempre aiuto e cercare il Defibrillatore più vicino (anche tramite app come Progetto Vita).

Il massaggio cardiaco è una manovra di primo soccorso che può salvare la vita e dovrebbe essere conosciuta da più persone possibili. Una volta allineato il corpo e posto su una superficie rigida, per poter effettuare un corretto massaggio cardiaco è opportuno tagliare la maglia o slacciare la camicia del soggetto in modo che il torace sia libero da indumenti per poter verificare con più facilità se il torace si espande; questa valutazione dovrebbe essere svolta in una decina di secondi. Iperestendere sempre il capo.

Sovrapporre le mani una sopra l’altra con le dita incrociate al centro del torace sullo sterno e con le braccia tese perpendicolari al suolo effettuare delle compressioni profonde (il torace dovrebbe scendere di 5/6 cm) con un ritmo sostenuto di 100/120 battiti al minuto. Continuare il massaggio senza interruzione fino all’arrivo dei soccorsi e se possibile darsi il cambio con qualcuno che possa aiutarci. Effettuare il massaggio cardiaco è una manovra molto dispendiosa di energie per chi la pratica, quindi cercare sempre qualcuno che possa aiutarci e con cui ci si possa alternare.

Nel caso non si aiuti una persona è reato?

Si, nell’ordinamento giuridico italiano, l’omissione di soccorso regolamentata con l’articolo 593 del codice penale viene considerato un reato contro la persona, contro la vita e l’incolumità individuale. Il prestare aiuto, in base alle proprie competenze e possibilità, viene considerato doveroso.

L’articolo recita:

“Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un’altra persona incapace di provvedere a sè stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all’Autorità e` punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 2.500 euro. 2. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità. 3. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata.

Conclusioni

E’ bene ricordare che in caso si dovesse trovare una persona in pericolo di vita, in difficoltà o smarrita non bisogna mai andarsene e non intervenire, questo comportamento è considerato reato. E’ invece obbligatorio contattare immediatamente le Autorità e aspettare il loro arrivo. Se la situazione viene considerata pericolosa è bene non intervenire perché possiamo metterci in pericolo, se invece abbiamo messo in sicurezza il luogo possiamo avvicinarci e prestare un primo soccorso alla persona in difficoltà. Pochi semplici accorgimenti che però possono fare la differenza per qualcuno.