Ma l’esercizio fisico può essere d’aiuto? E se sì, come, quando e perchè?
I benefici dell’esercizio fisico sono ormai noti e, dall’ultima European Breast Cancer Conference, è arrivata una conferma importante: fare attività fisica con costanza riduce del 12% il rischio di ammalarsi di tumore al seno per le donne di qualunque età e peso corporeo.
Il movimento fa bene per vari motivi:
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- aiuta a modulare il sistema immunitario da cui dipende, a sua volta, la modulazione della malattia oncologica;
- aiuta a controllare il peso corporeo che ha una relazione strettissima con il rischio di tumore;
- influenza aspetti del metabolismo legati ai meccanismi di insulinoresistenza e, inoltre, si notano benefici sulla modulazione del sistema nervoso autonomo, più spesso correlato con le malattie vascolari, ma che ha anche importanti correlazioni con il controllo immunologico.
Praticare, quindi, un’attività fisica è utile come prevenzione alla malattia oncologica ed è altrettanto utile come recupero post malattia. Gli esercizi di riabilitazione sono fondamentali per permettere di ritornare alle attività quotidiane dopo un trattamento oncologico.
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Gli studi
La ricerca attuale ha dimostrato che l’esercizio fisico non è solo sicuro e possibile dopo il tumore ma anche immediatamente dopo la diagnosi e durate la terapia.
Più di 80 studi sull’effetto dell’esercizio fisico su pazienti oncologici hanno dimostrato che la ginnastica è non solo sicura ma porta a dei miglioramenti significativi nella vita di tutti i giorni.
In merito a ciò, un’associazione americana con finalità didattiche e scientifiche riconosciuta in tutto il mondo, PINK RIBBON PROGRAM, ha ideato un programma di recupero che prevede un protocollo di esercizi, basati sul metodo PILATES, studiati appositamente per ripristinare la capacità di movimento del braccio e della spalla interessati dall’intervento di mastectomia o quadrantectomia, aiutando il soggetto a riprendere le attività quotidiane, diminuendo la rigidità delle articolazioni, riducendo il rischio di linfedema e, non da meno, ritrovando fiducia in se stessi e benessere generale.
Diversi tipi di intervento al seno.
Quando si parla di intervento al seno si possono distinguere quattro tipi con quattro tipologie di condizioni post operatorie:
- Quadrantectomia o mastectomia parziale: intervento di chirurgia conservativa della mammella in cui vi è la rimozione del tumore e di parte del tessuto che lo circonda con possibile rimozione dei linfonodi. Le condizioni post operatorie prevedono dolore e difficoltà nel movimento del braccio interessato, tensione e tessuto cicatriziale.
- Mastectomia totale: intervento con rimozione dell’intero tessuto mammario, del complesso capezzolo-areola e di parte della pelle con possibile rimozione dei linfonodi. Le condizioni post operatorie prevedono dolore e difficoltà del movimento del braccio interessato, tensione e tessuto cicatriziale.
- Mastectomia radicale modificata: intervento con rimozione dell’intero tessuto mammario, del complesso capezzolo-areola, dei linfonodi ascellari e della fascia che riveste il muscolo pettorale. Le condizioni post operatorie prevedono dolore e difficoltà di movimento del braccio interessato, tensione, tessuto cicatriziale ed instabilità della spalla.
- Mastectomia radicale: intervento con rimozione dell’intero tessuto mammario, del complesso capezzolo-areola, della fascia, dei linfonodi ascellari, del grande e del piccolo pettorale. Le condizioni post operatorie prevedono dolore e debolezza muscolare, tensione e bruciore al braccio e debolezza posturale e deformità.
Partendo comunque dal presupposto che ogni soggetto si diversifica dall’altro con tempi di guarigione diversi, con sopportazione del dolore differente, è opportuno, prima di iniziare un qualsiasi programma di esercizi, consultare il medico che, insieme con il fisioterapista ed al preparatore, studieranno tempi e modalità di recupero individualizzati.
Il Pink Ribbon Program: il percorso di recupero e i benefici.
Il programma di recupero Pink Ribbon si compone di tre fasi. Ogni fase ha una durata che va dalle due alle quattro settimane. La progressione da una fase a quella successiva dipenderà dallo stato di salute del soggetto. Gli esercizi, dapprima molto semplici, si potranno eseguire due o tre volte alla settimana fino a quando saranno completamente acquisiti e si sarà in grado, a completamento del programma, di partecipare a molti altri tipi di attività sicuramente più convenzionali.
1) Nella fase iniziale gli esercizi prevedono solamente un’educazione alla respirazione diaframmatica ed una progressiva mobilizzazione delle articolazioni in posizione seduta. L’obiettivo di questa prima fase di rieducazione è la stabilizzazione delle scapole attraverso i movimenti di abduzione, rotazione, flessione ed estensione delle spalle.
2) Nella seconda fase del programma si cercherà di consolidare la stabilizzazione delle scapole attraverso il raggio completo del movimento sempre a livello dell’articolazione scapolare anche in posizione supina.
3) Nell’ultima fase del programma di rieducazione motoria si iniziano a prendere in considerazione anche i muscoli del core incrementando la forza e la stabilità. Gli obiettivi finali dell’esercizio terapeutico saranno sicuramente la riduzione del dolore, l’incremento del range di movimento, il riacquistare la mobilita e, non da ultimo, il ripristino della qualità della vita.
Prendere parte ad un programma di recupero per un soggetto sottoposto ad un intervento oncologico consente di tornare ad avere un controllo su di una situazione che sembra sfuggire di mano, di essere più propositivi e fiduciosi rispetto al recupero e dona un senso di benessere che si tende a perdere durante la lunga strada dalla diagnosi alla chirurgia fino a giungere alla guarigione.