Perché è importante parlare di cadute?
Le cadute sono eventi che tutti sperimentano almeno una volta nella vita. In alcuni casi, queste possono presentare gravi ripercussioni psichiche e fisiche, come nel caso dell’anziano (per definizione un soggetto fragile) che, cadendo, dovrebbe affrontare un ulteriore stressor. In altri casi, invece, non porta ad alcuna ripercussione. Una delle conseguenze più allarmanti delle cadute è stata analizzata dall’ospedale Gemelli di Roma, che ha riportato il seguente dato: la metà degli ultrasettantacinquenni ricoverati in seguito a una caduta muore entro l’anno successivo. È stato scoperto che l’incidenza è di una morte ogni venti minuti. Cosa si può fare per evitare di incorrere nel rischio di cadere? La risposta è chiara: fare attività fisica costante e programmata per rallentare il processo di invecchiamento fisiologico a cui il nostro corpo va incontro con l’aumentare dell’età.
Definizione
L’OMS ha definito la caduta come: “il pervenire inavvertitamente a terra, sul pavimento o altro livello inferiore, escludendo i cambiamenti intenzionali di posizione compiuti per appoggiarsi a mobili, pareti o altri oggetti”. Si può considerare la caduta come una sindrome geriatrica poiché si verifica più spesso con l’aumentare dell’età. A causa del generale invecchiamento della popolazione, in Italia il problema sta crescendo esponenzialmente. È bene sottolineare che le cadute sono causa di morbilità, disabilità, ricovero in casa di riposo e morte, specialmente nel grande anziano.
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Incidenza delle cadute negli anziani
Ogni anno, fino al 35% delle persone over 65 (4 su 10) va incontro ad almeno una caduta e fino al 42% delle persone over 70 cade in media una volta all’anno. Con l’aumentare dell’età, infatti, cresce il rischio di cadere. Inoltre, chi cade una volta è portato a cadere frequentemente: il 43% degli anziani cade più volte in un anno, specialmente se è presente un fattore predisponente come problemi alla vista o malattie. Al contrario, se la prima caduta è da inciampo questo evento potrebbe non riaccadere.
Chi cade più spesso e dove?
Il Ministero della Salute (in particolare PASSI – Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia -) ha condotto uno studio molto interessante. Facendo una distinzione in base al genere, si può notare come, secondo le statistiche, le donne cadono più spesso degli uomini. È bene ricordare che questo dato è influenzato dal fatto che le donne sono più longeve. Tuttavia, dall’altra parte, queste sono anche portatrici di più patologie croniche, possibili responsabili di cadute (fenomeno chiamato Effetto Coorte).
Oltre al genere e all’età, un altro fattore di cui bisogna considerare l’incidenza è la provenienza geografica dei soggetti: si stima che gli anziani di Sicilia e Calabria, per esempio, cadano più spesso rispetto ai coetanei provenienti da Lombardia e Veneto. Ciò dipende dall’architettura del territorio, differente tra Nord e Sud. Infine, si pensa ci sia una forte correlazione tra il rischio di cadute, il reddito e il livello di istruzione. Per quanto concerne il luogo in cui l’anziano cade più spesso, invece, si è calcolato che il 60% delle cadute avviene in casa (bagno e cucina risultano essere gli ambienti più pericolosi), l’11% all’ aria aperta e il 19% in strada.
Le conseguenze delle cadute
L’invecchiamento è associato ad alcuni cambiamenti, a un declino progressivo dell’anatomia e della funzione. L’anziano va incontro a vulnerabilità e fragilità, strettamente connesse al rischio di cadute.
Con l’età si va progressivamente a perdere potenza, forza ed equilibrio. Questi tre fattori risultano di fondamentale importanza e vanno quindi allenati.
L’equilibrio è determinato da un insieme complesso di fattori: è sufficiente l’alterazione di vista, velocità, ampiezza del passo, sensazione propriocettiva o uso di alcuni farmaci per ridurre visibilmente il controllo di questa capacità.
Le conseguenze delle cadute possono essere banali (ad esempio, ferite superficiali) o ferite gravi dirette e indirette. Quelle dirette comprendono fratture e lesioni con necessità di intervento mentre quelle indirette includono broncopolmoniti, paura di cadere, ansia e depressione. Infine, è doveroso citare le conseguenze letali, quelle che conducono alla morte.
Oltre a conseguenze dirette ci sono anche conseguenze tardive e indirette, ad esempio la sindrome ansiosa da post-caduta. Quest’ultima è una condizione che porta il soggetto a vivere un profondo stato depressivo a causa della paura di cadere di nuovo: ciò sfocia in una ridotta mobilità con una limitazione del tempo di azione del soggetto. Questo, a sua volta, comporta inevitabilmente la rapida diminuzione della forza muscolare, l’emergere di difficoltà nella deambulazione, una ridotta tolleranza allo sforzo e, quindi, un aumentato del rischio di caduta.
Valutazione del rischio di caduta
Per valutare i fattori di rischio e prevenire le cadute bisogna avvalersi di una valutazione (si tratta di una valutazione individualizzata e multifattoriale), analizzando dapprima la storia delle cadute del soggetto e successivamente la sua condizione medica, i rischi ambientali e le sue abilità funzionali. Diverse ricerche hanno validato strumenti che permettono di farlo come, ad esempio, la scala HOME fast (orientata ai fattori di rischio ambientali) o la scala FROP (Falls Risk for Older People). Per valutare l’abilità del soggetto anziano, invece, uno degli strumenti più utilizzati è il BESTest (Balance, Evaluation, System Test).
Linee guida dell’esercizio fisico per prevenire le cadute
Il programma di allenamento deve essere multicomponente: devono essere messe alla prova tutte le capacità del soggetto, in particolar modo l’equilibrio, oltre a esercizi per migliorare forza, flessibilità e capacità aerobica.
La condizione di vulnerabilità dell’anziano può e deve essere rallentata attraverso una regolare attività fisica: ecco la chiave per la salute e la longevità!
In conclusione
Le cadute sono uno dei rischi che possono condurre il soggetto anziano alla perdita delle proprie abilità. Questo, oltre a gravare economicamente sullo stato e sulle famiglie, comporta un profondo cambiamento della vita dei soggetti stessi. Dall’altra parte, ci sono evidenze scientifiche rassicuranti che affermano che l’esercizio fisico è uno dei fattori fondamentali per la prevenzione delle cadute. Il nostro compito è educare gli anziani e sensibilizzarli al problema delle cadute, senz’altro una delle più grandi minacce per la loro salute.
Fonti:
Katia Francesconi, Muoversi per non subire il tempo, Edi-ermes, Milano, 2017.
https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=&id=2953&area=stiliVita&menu=sorveglianza