Come nasce?
Lo Spine Corrector fa parte della famiglia degli attrezzi “barrel” che sono caratterizzati da una forma emicilindrica.
Vengono progettati in passato dallo stesso Joseph Pilates che tagliò a metà una semplice botte di birra e creò questi attrezzi dalla forma particolare.
Indice dei contenuti
Distinguiamo quindi:
- Small Barrel -> nasce come utilizzo propedeutico allo Spine Corrector, viene progettato e pensato per soggetti di bassa statura. Presenta un arco meno pronunciato rispetto agli altri attrezzi, con l’obiettivo di favorire allungamento ed allineamento, oltre a lavorare sulla zona dorsale abbinando la respirazione;
- Ladder Barrel -> formato sempre da un arco abbinato ad una scaletta. Permette il mantenimento di un corretto allineamento del corpo ed è quindi molto efficace sia per esercizi di allungamento sia per quelli di rinforzo muscolare;
- Spine Corrector o Step Barrel -> ha una forma ad “S” data dall’unione tra un arco (il Barrel) e un gradino (lo Step) che consente di potersi sedere correttamente ed eseguire efficacemente esercizi di mobilizzazione e rinforzo del core. Ha una curvatura dell’arco intermedia tra quella dei due attrezzi elencati precedentemente.
Quali sono i vantaggi di questo strumento?
Lo Spine Corrector è il più piccolo dei grandi attrezzi del Pilates e proprio per questo è molto leggero, comodo da trasportare e occupa uno spazio ridotto. Può essere facilmente utilizzato durante le lezioni a corpo libero come ausilio per lavorare sull’estensione dorsale, l’espansione toracica e la mobilità delle spalle.
In particolare, l’estensione dorsale, è spesso difficile da valutare perché compensata dalle altre curve del rachide: quella lombare e quella cervicale. Per evitare che queste zone vadano in sofferenza e sovraccarico, è necessario lavorare sulla mobilità del dorso, che costituisce quella parte del rachide frequentemente rigida e in eccessiva cifosi.
Un’altra difficoltà che spesso l’insegnante riscontra è spiegare e far percepire al soggetto la posizione “neutra” della colonna. Quando il cliente si posizione sul tappetino, le sue possibili zone di ipomobilità, accorciamento muscolare, rigidità e/o dolore, gli impediscono di mantenere il corretto assetto del rachide. Se si utilizza invece questo attrezzo, l’arco funge da guida per un corretto allineamento, perché le ossa ischiatiche vengono percepite correttamente in appoggio e le anche, grazie alla distanza da terra, sono facilitate nel posizionarsi correttamente
Come inserirlo in una lezione di gruppo: struttura della lezione
1 Riscaldamento
- Esercizi propriocettivi a terra e sull’arco
- Mobilità articolare (scapolo-omerale e coxo-femorale)
- Allungamento e mobilizzazione del rachide
2 Fase centrale
- Esercizi di estensione dorsale
- Esercizi di rinforzo muscolare (arti superiori, arti inferiori e torchio addominale)
- Esercizi di mobilità e stretch nei vari decubiti, combinati a circuiti fluidi e senza pausa
3 Fase Finale
- Allineamento ed equilibrio
Attrezzo definito “versatile”: vediamo alcuni dei tantissimi esercizi
- Rinforzo del torchio addominale: ROLL BACK
L’obiettivo dell’esercizio è quello di rinforzare la muscolatura addominale, aumentare la mobilità del tratto dorsale e coordinare il lavoro dell’addome con quello dei muscoli flessori dell’anca.
Il soggetto è seduto sullo step con gambe piegate; il bacino è in posizione neutra e le braccia tese in avanti con i palmi delle mani che si guardano. In una prima fase di inspirazione viene eseguito un auto-allungamento della colonna vertebrale, durante l’espirazione si porta il bacino in retroversione portando il pube verso l’ombelico per poi appoggiare una vertebra per volta sulla Barrel fino ad arrivare alle scapole; in una seconda fase inspiratoria viene mantenuta la posizione e nell’ultima espirazione si esegue un roll up per tornare alla posizione iniziale.
- Mobilizzazione dell’articolazione coxo-femorale: CIRCLE DOWN
L’obiettivo dell’esercizio è quello di migliorare la mobilità dell’articolazione dell’anca, aumentare la connessione tra busto e bacino, stabilizzare il bacino e la colonna in posizione di estensione.
Il soggetto è posizionato supino con la zona lombare e il bacino sulla Barrel e la zona scapolare poggiato sul tappetino; le mani afferrano le maniglie e le gambe partono unite e distese verso l’alto. In una prima fase di inspirazione si portano le gambe verso il basso fino ad allinearle al busto e poi di abducono (si aprono), nella fase invece di espirazione con una circonduzione delle gambe si ritorna alla posizione iniziale.
- Mobilizzazione della colonna vertebrale: JACK KNIFE
L’obiettivo dell’esercizio è in primis quello di migliorare la mobilità articolare dell’intero rachide, inoltre prevede un coinvolgimento della parete addominale e dei muscoli estensori dell’anca.
Il soggetto è posizionato supino con zona lombare e bacino sulla Barrel e con la zona scapolare sul tappetino; le mani afferrano le maniglie e le gambe partono tese verso il soffitto con i piedi in posizione V Pilates. Nella prima fase inspiratoria si prepara il movimento, nell’espirazione le gambe scendono verso il basso fino ad allinearsi con il busto; durante la seconda inspirazione si torna alla posizione di partenza e nell’espirazione si rotola all’indietro portando le gambe oltre la testa; nell’ultima inspirazione si estendono le anche posizionandosi “a candela” e nell’espirazione si riporta la lombare in appoggio sulla Barrel mantenendo le gambe in posizione verticale grazie all’azione dei muscoli addominali.
Conclusione
Nell’articolo sono stati presentati solo alcuni degli esercizi che questo attrezzo, all’apparenza semplice, permette di eseguire. Oltre a lavorare singolarmente sulla parete addominale, sulla colonna e sulle singole articolazioni, è un attimo strumento per proporre lavori integrati con possibilità di movimento intorno a tutti i piani.