Buona parte delle lesioni da sovraccarico negli sportivi avvengono a livello dei tendini che sono quelle strutture formate da tessuto connettivo, da collagene (90%) e da elastina (2%) che collegano i muscoli alle ossa e che hanno il ruolo di trasmettere le forze ripetute tra la parte contrattile muscolare e l’inserzione ossea per rendere, di conseguenza, possibile il movimento delle articolazioni.
Che cosa sono i tendini?
I tendini sono strutture vascolarizzate ed innervate, avvolte da tessuto fibroso e da guaine sinoviali (che hanno il compito di preservarne l’integrità attraverso la produzione del liquido sinoviale che ne impedisce lo sfregamento e di conseguenza ne riduce il deterioramento) e che collegano le estremità dei muscoli alle ossa da non confondere con i legamenti che invece sono le strutture che collegato le ossa con altre ossa. Il mantenimento della buona salute del tendine è fondamentale in quanto una lesione grave, come la rottura totale, comporta la perdita del movimento della zona in cui avviene il danno.
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I tendini vengono sottoposti a carichi di differente forza ed entità ed è per questo che hanno una buonissima capacità adattativa: l’allenamento favorisce un aumento del diametro delle fibre favorendone un aumento della resistenza e di contro, l’immobilità, causa una perdita di resistenza dovuta a una malnutrizione del collagene. Anche l’età oltre all’immobilità può ridurre la qualità fisiologica del tendine, essa infatti se aumenta fino ai 20 anni e rimane costante ai 30, tende poi con il passare del tempo a diminuire.
I processi flogistici dei tendini
I tendini, se sottoposti a stress ripetuti come per esempio un ripetuto gesto sportivo o lavorativo, possono andare in contro a processi flogistici di diverso genere ed intensità.
Tra le più comuni ci sono le tendiniti ovvero un’infiammazione del tendine che può dipendere da traumi, da sforzi e/o da eccessivo o insolito esercizio fisico, mentre, le tendinosi, sono delle degenerazioni tendinea senza segni di infiammazione date per lo più da fattori che deteriorano il tendine nel tempo.
Si parla invece di tendinopatia inserzionale quando l’infiammazione riguarda la giunzione osteo-tendinee (famose sono le epicondiliti e le epitrocleiti che riguardano il gomito e sono molto diffuse tra i tennisti e/o i golfisti) e diffuse sono anche le tenosinoviti ovvero l’infiammazione che riguarda il rivestimento interno della guaina tendinea.
Interessano sempre i tendini anche la presenza di cisti o gangli sinoviali ovvero formazioni pseudocistiche, uniche, sferiche, fibroelastiche e scarsamente comprimibili che capitano maggiormente nella donne e molto diffuse sono quelle presenti nel lato dorsale del polso.
Le cause per le quali spesso insorgono le tendiniti, oltre a quelle già in precedenze elencate come l’intensità dell’allenamento e la frequenza e la ripetizione del gesto, possono essere per i tendini degli arti inferiori dovute anche al terreno di lavoro (ad esempio una pista di atletica troppo dura, o un terreno sconnesso) e all’utilizzo di calzature non adeguate all’attività o troppo consumate. Anche la mancanza di riscaldamento può essere un fattore di rischio così come una ripresa troppo rapida da un infortunio o un mancato completo recupero. A ciò si aggiungono anche i fattori congeniti come, per esempio, la presenza di scoliosi o il varismo o valgismo delle ginocchia.
I sintomi
Tra le tendiniti più comuni c’è quella del muscolo sovraspinato muscolo che fa parte del complesso dei muscoli della spalla (cuffia dei rotatori) e quella al tendine d’Achille che invece si trova nella parte posteriore della gamba, nel punto di inserzione tra polpaccio e calcagno. I sintomi dichiarati sono di solito dolore al movimento e alla palpazione; il movimento viene di conseguenza ridotto proprio perché il dolore impedisce all’articolazione di muoversi nel suo completo range articolare.
A volte, inoltre, si può riscontrare gonfiore e rossore a livello dell’articolazione e del tendine coinvolto ma anche perdita di forza e ipotrofia del muscolo coinvolto.
Cosa fare
Per prima cosa bisogna rivolgersi ad un medico per avere una diagnosi sicura e precisa ma, in attesa di una visita, un buon consiglio è quello, qualora si sospetti di avere un’infiammazione tendinea, di mantenere a riposo il distretto interessato.
Il medico, laddove lo ritenga opportuno, potrà poi prescrivere degli esami diagnostici come, per esempio, l’ecografia che consente di visualizzare le parti “molli” interne del nostro corpo (ghiandole, organi, muscoli e perciò anche i tendini ecc..) con esclusione dell’apparato scheletrico.
Una volta avuta la diagnosi può essere utile rivolgersi al fisioterapista, il quale sceglierà l’approccio migliore in base alla situazione e organizzerà le sue sedute inserendo sia trattamenti manuali, come manipolazioni e piccoli esercizi ma potrà anche utilizzare elettromedicali come la tens, gli ultrasuoni, e la tecar che possono aiutare a velocizzare il processo di guarigione.
Quando poi la situazione è migliorata e con il parere positivo del medico è bene ricominciare ad inserire il movimento; inizialmente lo si fa con esercizi di tipo isometrico ovvero contrazioni muscolari che non prevedono il movimento articolare. Successivamente il protocollo riabilitativo per le tendiniti prevede l’inserimento di esercizi eccentrici che riproducono le sollecitazioni fisiologiche a cui sono sottoposti i tendini durante la quotidianità migliorando di conseguenza il dolore. All’interno delle sedute di rieducazione motoria al fine di migliorare la sintomatologia dolorosa e recuperare il tono e il trofismo muscolare è bene inserire anche esercizi di stretching che però deve essere svolto con cautela, onde evitare un peggioramento, e sotto il controllo di un professionista del settore.
Conclusioni
Per evitare di incorrere in problematiche legate ai tendini è bene giocare in prevenzione.
Per gli atleti professionisti e amatoriali è essenziale correggere difetti posturali e la tecnica sportiva, utilizzare corretti ausili e/o calzature e svolgere programmi di allenamento corretti e adeguati al proprio stato di forma fisica. Per i sedentari è bene ricordare che il movimento è essenziale per la salute dei nostri tendini; il movimento permette di rendere il nostro fisico più forte e di conseguenza mantenerlo più giovane e sano.