Gli infortuni nel mondo del calcio sono, purtroppo, molto frequenti ed è bene però differenziarne l’entità partendo da quelli che possono essere i fattori di rischio come per esempio
una scorretta o incompleta attivazione muscolare nel pre-gara, un sovraccarico eccessivo di lavoro nei giorni precedenti, le condizioni atmosferiche ed ambientali o la tipologia del terreno di gioco, ma anche il contatto con gli altri giocatori presenti sul campo.
Ma quali sono gli infortuni più frequenti?
Tra gli infortuni più frequenti rientrano quelli di tipo muscolare: dalla più semplice contrattura, passando poi all’elongazione muscolare o stiramento, arrivando al più ‘grave’ strappo muscolare potenzialmente diviso in tre gradi in relazione all’entità dell’infortunio stesso.
Le lesioni muscolari possono essere causate da un trauma di tipo diretto come una contusione o più raramente da una lacerazione e da trauma indiretto legato soprattutto a fattori di rischio come quelli sopracitati.
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Oltre agli infortuni a livello muscolare, molto comuni sono anche i traumi distorsivi (il più comune quello a livello della caviglia), le fratture da stress e infine le più gravi lesioni articolari (in particolar modo quelle corrispondenti ai legamenti del ginocchio e della caviglia).
Per i giocatori di movimento (attaccanti, centrocampisti e difensori) sono diversi i momenti della stagione dove possono esserci degli infortuni più o meno gravi: sicuramente i più ‘negativi’ in termini di episodi sfavorevoli sono l’inizio di stagione, dove bisogna far attenzione ai carichi di lavoro giornalieri in quanto i calciatori arrivano da una pausa relativa alla stagione conclusa e il periodo invernale, in quanto i calciatori, per via dei numerosi impegni infrasettimanali dovuti agli incontri ravvicinati di coppe nazionali ed europee, hanno poco tempo a disposizione per il recupero e il rischio di infortunio, a livello statistico, aumenta notevolmente.
Il ruolo del portiere, rispetto ai giocatori di movimento, quanto è soggetto ad infortunarsi?
Sicuramente il ruolo del portiere può presentare un minor rischio di infortuni a livello muscolare rispetto ai giocatori di movimento in quanto è un ruolo meno soggetto ad attività come sprint, tackle o cambi di direzione.
Nei giocatori di movimento, infatti, queste attività possono portare una maggiore incidenza di infortuni durante la stagione, specialmente a livello della muscolatura posteriore di coscia (hamstring: bicipite femorale, semitendinoso e semimembranoso) del quadricipite femorale (retto femorale su tutti ma anche vasto mediale e laterale), degli adduttori di coscia e dei muscoli presenti a livello del polpaccio (muscolo tricipite della sura composto da soleo e gastrocnemio).
Il portiere è invece maggiormente esposto ad infortuni alla spalla in quanto molto più sollecitata dei giocatori di movimento sia in allenamento che durante la partita e ciò è dovuto al fatto che l’estremo difensore è coinvolto nelle uscite “alte” ed una scorretta discesa, o meglio caduta, dopo la fase di volo, può costituire un vero e proprio rischio.
Oltre al complesso della spalla, il ruolo del portiere è decisamente soggetto a problemi al gomito: si parla il più delle volte di borsite dovuta al contatto continuo tra il gomito dell’atleta e il terreno di gioco ed è coinvolta è anche la mano, in particolar modo sono frequenti le lussazioni delle dita dovute all’attrito con il terreno o, in minor casistica, in seguito ad un impatto violento con il pallone.
Il protocollo di recupero
In tutte le tre casistiche di infortunio (spalla, gomito e mano nel caso del portiere) la prima situazione che si verifica in seguito ad un infortunio è una reazione infiammatoria della parte incidentata. La reazione infiammatoria di solito presenta queste cinque segnali: arrossamento della zona coinvolta (rubor), gonfiore (tumor), calore al tatto (calor), dolore (dolor) e inibizione della funzionalità della parte lesa (function laesa).
Il protocollo di pronto intervento per diminuire il dolore, non peggiorare la situazione e per risolvere il problema poi nel minor tempo possibile è il R.I.C.E.
Il R.IC.E. è un acronimo inglese che serve per evidenziare e ricordare tutti i passaggi da mettere in atto per intervenire in maniera tempestiva sulla parte danneggiata:
- Rest: il riposo è necessario per non peggiorare la situazione, aumentare il dolore e conseguentemente allungarne i tempi di recupero;
- Ice: un’applicazione immediata di ghiaccio di 10/15 minuti intervallata da altrettanto tempo, ripetuta più volte, è utile per disinfiammare la zona e ridurre il dolore;
- Compression: ovvero la pressione o compressione del ghiaccio nella zona interessata e una fasciatura possono migliorare il dolore e facilitare la ripresa;
- Elevation: l’elevazione, ovvero il mantenere la parte interessata sopra al livello del cuore è utile per favorire il ritorno venoso del sangue ed evitare accumuli.
Naturalmente a seguito di questo primo intervento immediato vanno poi fatti degli accertamenti medici che consentono di valutare l’entità e la gravità del problema e impostare un protocollo di recupero che prevede, qualora lo si ritenesse utile, della fisioterapia e degli esercizi specifici per una ripresa ottimale della parte lesa.
Ma si possono realmente prevenire gli infortuni?
Gli infortuni purtroppo non possono essere prevenuti, specie quelli da contatto, essendo il calcio uno sport in cui il contatto con l’avversario è molto frequente, ma è d’obbligo ridurre le possibilità che tutti gli altri, ovvero quelli indiretti, possano manifestarsi.
In particolar modo, nel ruolo del portiere, è possibile fare prevenzione sia durante la regolare stagione calcistica ma anche durante le pause (estiva ed invernale) svolgendo esercizi utili per la stabilità, il controllo e la forza dei muscoli relativi al complesso articolare della spalla, del gomito e della muscolatura delle dita. Questo, permette al giocatore di avere un corpo molto più forte e strutturato, in quanto una muscolatura forte ma allo stesso tempo elastica, permette non solo di ridurre al minimo gli infortuni a livello muscolare ma anche di proteggere le strutture interne come ossa ed articolazioni preservandole da impatti e traumi responsabili di infortuni non prevenibili.
Il fatto che il calcio è uno sport di situazione, formato da tante situazioni non prevenibili ma prevedibili, rende essenziale e necessaria una buona preparazione atletica che permette al giocatore, che sia esso portiere o di movimento, di dover essere strutturato fisicamente per ridurre al minimo l’incidenza degli infortuni, ma specialmente, i tempi di recupero per un ritorno in campo più rapido possibile.